L'atelier del Ciclope
Chiostro Sant'Agostino
La voce e la chitarra dell’istrionico David Riondino, accompagnata dalla tromba del filosofo-jazzista Massimo Donà, in un reading musicale labirintico ed estroso che farà dell’imprevedibilità la sua cifra essenziale.
Ingresso: contributo libero 8 euro
Sesta Porta (Giardini d'Inverno)
Dall’Eneide di Virgilio, passando per Kafka, Borges ed Eschilo, per tornare nuovamente a Virgilio. Da quelle porte la cui apertura segnò l’ingannò del cavallo e la distruzione di Troia, a quelle chiuse dell’uomo kafkiano di fronte alla Legge: chiuse e, allo stesso tempo, perfettamente aperte, poiché mai davvero varcabili. Da quelle porte sempre aperte della casa di Asterione con il loro seducente invito a entrare – trappola dalla quale solo Teseo seppe sottrarsi –, alle porte imponenti della città di Tebe che devono essere difese con ogni mezzo. Per concludere con la profezia virgiliana del re Latino: queste le storie di porte sempre o mai aperte che attendono il nostro pubblico e la notte fonda per essere raccontate.
Letture:
Virgilio, Eneide, libro II (passi scelti)
F. Kafka, Davanti alla legge (tr. it. E. Pocar)
J.L. Borges, La casa di Asterione (tr. it. F. Tentori)
Eschilo, Sette contro Tebe (passi scelti, tr. it. M. Centanni)
Virgilio, Eneide, libro VII (passi scelti)
Terrazza Palazzo Venturelli
Un tema, quello delle porte, che attraversa dal profondo l’intera tradizione biblica: dalla «porta del cielo» (Gn 28,17) di cui parla Giacobbe giunto a Betèl, passando per i profeti e i libri sapienziali, fino ai Vangeli e all’Apocalisse, l’ultimo dei libri del canone cristiano. «Ecco sto alla porta e busso» dice il Cristo in Apocalisse 3,20. Così la porta non è solo demarcazione, ma diventa la cifra dell’incombere dell’altro: l’altro entra dalla porta, quell’altro magari sconosciuto, straniero, che bussa e che chiede di entrare. Un paradigma e un simbolo, complesso e straordinario, che eccede completamente la sfera del religioso e diventa istanza politica, storica e culturale del nostro mondo, della nostra Europa. Tanto ieri quanto oggi.
Terrazza Palazzo Venturelli
A trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, per discutere dell’Europa di oggi e del suo futuro. Sono passati trent’anni da quella data storica del 1989 e sembra che all’Europa spetti, ancora una volta, oggi come allora, il compito di capire la lezione che viene dagli ultimi decenni. Questione delicata, dato che le lenti culturali e politiche utilizzate in passato non sembrano bastare per capire la crisi delle attuali democrazie, le paure dei loro cittadini e le spinte regressive che esse sempre di più faticano a contenere.
Al termine della conferenza sarà disponibile un aperitivo a cura di Anita catering hotel ristorante e Palazzo Venturelli (aperitivo 5 euro)
Giardino complesso di Sant'Angelo
Dopo gli album L’Arte della guerra vol. 1 (2014) e L’arte della guerra vol. 2 (2015) che lo hanno definitivamente consacrato come uno dei nomi più interessanti del panorama cantautoriale italiano con brani come “Estate”, “Le vite degli altri”, “Il mondo dalla nostra parte”, Giuliano Dottori è tornato nel 2019 con un nuovo singolo “15 anni”.
Sarà live a Ciclopica 2019 accompagnato dalla sua band e dalla sua immancabile chitarra.
Ingresso: contributo libero 5 euro
Museo Archeologico
Due opposte esperienze del mondo stanno alle origini della nostra civiltà: il mare e il labirinto, su questi due spazi si apre il teatro della storia europea. Da un lato la pura superficie che si estende a perdita d’occhio, dall’altro la pietra che chiude subito lo sguardo. Lì, vie che si aprono, infinite e possibili, qui una sola strada, obbligata ma impossibile. Dove andare? Come ritornare? Lo stesso problema affligge chi entra nel labirinto e chi esce in mare. In entrambi i casi perdersi sarà l’unico modo per ritrovarsi: è la storia del Mediterraneo, la storia di un labirinto nel cuore di Europa.
Chiostro Sant'Agostino
Chiostro Sant'Agostino
Dopo secoli di completo e indiscusso antropocentrismo, tanto la biologia quanto la riflessione filosofica hanno profondamente posto in questione la distinzione tra uomo e animale. Dell’«animale razionale» di Aristotele, per secoli si è posto l’accento più sull’elemento razionale che su quello animale. Ma se ammettiamo che anche noi esseri umani siamo esseri naturali, se ammettiamo cioè che tutto è natura, come dobbiamo poi intendere le classiche differenze tra uomo e animale, natura e cultura, biologico e artificiale? Quanto c’è di ‘naturale’ – e perciò di animale – nell’uomo? Quali sono le ‘porte’ della natura oltre quali si spinge la razionalità umana? Ma poi la natura ha davvero porte o non è forse, piuttosto, un unico labirinto in cui ogni porta e ogni categoria sono solo il tentativo – umano troppo umano – di arrestarne l’immensa e incessante vitalità? Non a caso: alberi, piante e qualcos’altro.
Chiostro Sant'Agostino
The Birth of the Cool è uno dei momenti più alti del jazz, segna un cambiamento radicale, la strada dell’innovazione nel linguaggio afroamericano degli anni ’40. Il TJO Combo Nonet gli rende omaggio suonando (accanto a standard arrangiati da Marco Collazzoni rigorosamente nello stile dell’epoca) alcuni dei brani più noti delle famose registrazione dei primi anni ’50 per la Capital records. Un omaggio dovuto al grande Miles Davis, ma anche ad arrangiatori e musicisti come Lee Konitz, Gerry Mulligan, Gil Evans, John Lewis, Gunther Schuller, che a partire da questo progetto hanno dato vita a percorsi innovativi del jazz. Un concerto straordinario che porta a Ciclopica 2019 la potenza del jazz, delle sue contaminazioni, della sua intramontabile capacità di essere antico e sempre nuovo.
TJO Combo Nonet:
F. Rosati (trumpet)
M. Collazzoni (flute & alto sax)
A. Micheli (alto sax)
S. Angelici (baritone sax)
M. Trotti (tenor sax)
L. Carmignani (trombone)
M. Polimadei (bass clarinet)
G. Graziani (guitar)
S. Leye (bass)
A. Ricci (drums)
Special guest: Massimo Donà (trumpet)
Ingresso (concerto + aperitivo): contributo libero 5 euro
L’aperitivo è a cura di ameliadoc
L'atelier del Ciclope
ControTebe è un progetto grafico che vede finalmente la luce dopo due anni di concertazione e lavoro dei suoi due autori: Giovanni Pernazza (PERNO gp) e Filippo Parroni (Pascal architects).
Questo particolare percorso grafico prende spunto dalla tragedia di Eschilo ‘I sette contro Tebe’, ultimo atto della trilogia del Ciclo Tebano, rappresentata per la prima volta ad Atene durante i festeggiamenti per le Grandi Dionisie, nel 467 a.C.
Come è noto la tragedia narra del conflitto tra i due fratelli pretendenti al trono di Tebe, Eteocle e Polinice. Entrambi schierano sei guerrieri d’élite dislocati di fronte ad ognuna delle sette porte della città, loro stessi decidono di schierarsi l’uno contro l’altro di fronte alla settima porta, andando in contro al loro fatale destino.
I sette duelli della tragedia vengono messi in scena attraverso altrettanti duelli su carta e tela.
Le opere sono la libera figurazione delle sette porte della città di Tebe attraverso lo sguardo dei due autori.
Parroni e Pernazza si fronteggiano utilizzando tecniche diverse (stucco e smalto il primo, cartoncino e china il secondo), su un campo geometrico comune di 70 per 50 centimetri.
Le loro porte vibrano, sbattono, si studiano, portano i segni di un percorso laborioso e affatto lineare, cercando di far emergere il vero oggetto d’indagine a cui entrambi tendono: il concetto di varco e le sue trasformazioni nel tempo.
Dalla sacralità dell’attraversare la porta, alla tensione che questo comporta in chi compie l’azione.
Dal difendere strenuamente la porta, all’angosciante paura di ciò che si trova oltre questa.
E infine l’indifferenza dell’accesso alla rete, un’indifferenza contagiosa che si muove dal campo digitale e invade quello fisico, con la conseguenza di eliminare la consapevolezza del passaggio, per un’inevitabile chiusura autoreferenziale, sterile e mostruosa.
Terrazza Palazzo Venturelli
Sabato 1 giugno, ore 16.15 appuntamento visita guidata di Palazzo Venturelli (mosaici e salone rinascimentale), contributo 5 euro